Tempo fa il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi rassicurava i suoi elettori più moderati ovvero acculturati che la Lega non era nient'altro che un alleato fedele e lui, nella veste di leader, aveva la situazione sotto controllo. Ma davvero è così? Le elezioni amministrative 2010 hanno dimostrato ampiamente che il PdL si è ridotto a non poter fare a meno della Lega Nord, la quale ha un potere di ricatto verso il Presidente del Consiglio. Come si poteva facilmente intuire, il Carroccio è stato un seguace fedele fino a quando ha avuto bisogno di Berlusconi e della pubblicità di cui poteva beneficiare grazie alle sue televisioni, i suoi giornali ed il suo potere mediatico. Ora che la situazione è decisamente cambiata ed il "cane" si è morso la coda, i seguaci di Bossi credono di essere in grado di camminare sulle proprie gambe e di essere tanto radicati sul territorio settentrionale da poter fare a meno di quello che è stato il loro capo.
Le pretese xenofobe della Lega nord sono varie e, nonostante in un altro qualsiasi paese europeo sarebbero raccontate a 'mo di barzelletta, qui ce ne dobbiamo occupare seriamente.
In primo luogo la caccia alle streghe contro gli immigrati, visti come la causa di ogni male italiano. L'evidenza dimostra che non è così, che l'insicurezza in qualsiasi società è un dato di fatto perché aumenta la libertà e che il crimine stesso è normale. Non è con spiegazioni che vanno oltre lo stesso Lombroso (noto studioso italiano che aveva ipotizzato tipologie di delinquenti, ovvero propensione a delinquere, in base a caratteristiche fisiche dettagliate) che si può descrivere o peggio dare soluzioni al problema della criminalità. Sono le condizioni sociali che favoriscono atti criminali. E attualmente la congiuntura economica non è di certo positiva. Dare la colpa della situazione agli stranieri non fa altro che oscurare responsabilità che sono attribuibili alla nostra classe politica, occupata a risolvere problemi personalissimi e non a dare risposte concrete.
In secondo luogo vorrei evidenziare la spinta verso la divisione linguistica tra le Regioni italiane attraverso i dialetti locali ed una mortificazione dell'italiano. A mio avviso questa proposta, che non dà alcun beneficio concreto al Paese, è solo un passo per raggiungere la secessione.
Le apparenze si sono parzialmente spezzate.
In primo luogo la caccia alle streghe contro gli immigrati, visti come la causa di ogni male italiano. L'evidenza dimostra che non è così, che l'insicurezza in qualsiasi società è un dato di fatto perché aumenta la libertà e che il crimine stesso è normale. Non è con spiegazioni che vanno oltre lo stesso Lombroso (noto studioso italiano che aveva ipotizzato tipologie di delinquenti, ovvero propensione a delinquere, in base a caratteristiche fisiche dettagliate) che si può descrivere o peggio dare soluzioni al problema della criminalità. Sono le condizioni sociali che favoriscono atti criminali. E attualmente la congiuntura economica non è di certo positiva. Dare la colpa della situazione agli stranieri non fa altro che oscurare responsabilità che sono attribuibili alla nostra classe politica, occupata a risolvere problemi personalissimi e non a dare risposte concrete.
In secondo luogo vorrei evidenziare la spinta verso la divisione linguistica tra le Regioni italiane attraverso i dialetti locali ed una mortificazione dell'italiano. A mio avviso questa proposta, che non dà alcun beneficio concreto al Paese, è solo un passo per raggiungere la secessione.
Le apparenze si sono parzialmente spezzate.
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